EasyIdee

La sostenibilità commerciale con le strutture commerciali

La sostenibilità commerciale, diversamente da quanto ancora si pensa, può prescindere dall’intervento di un grande imprenditore come presidente. I club possono porre in essere iniziative per ottenere una propria “indipendenza” economica. Non ci dimentichiamo mai che i club possono contare su un bacino fidelizzato di potenziali clienti: i tifosi!

Una delle iniziative è rappresentata dalla presenza di strutture commerciali all’interno dello stadio. Sorgono immediatamente legittime perplessità sulla fattibilità di quanto appena affermato, non altro perché molti club non hanno uno stadio oppure quello di cui dispongono non è all’altezza del compito.

Un club non deve necessariamente sobbarcarsi tutta la spesa per la costruzione o l’ammodernamento di una struttura. Potrebbe, al contrario, appaltare i lavori di costruzione a qualche costruttore in cambio della concessione – totale o parziale – delle attività commerciali della medesima struttura.

In sintesi la gestione commerciale finanzia e remunera la gestione sportiva del club in  scambio sinergico in termini di risorse ed attività.

L’Agente sportivo: un libero professionista a tutti gli effetti

La figura dell’agente sportivo è stata sempre al centro di critiche e discussioni. Alcune Federazioni, a livello nazionale ed internazionale, hanno di recente modificato i loro regolamenti recependo i dettami della FIFA che ha introdotto una riforma sostanziale della regolamentazione sugli agenti, in vigore dal 01/04/2015 che di fatto ha abolito l’albo degli agenti introducendo quello degli intermediari.

Negli ultimi anni, difatti, l’Unione Europea si era interessata all’attività degli agenti sportivi, effettuando indagini conoscitive – per il tramite delle autorità competenti in materia di antitrust – che hanno evidenziato i profili di illegittimità e/ o di criticità della disciplina relativa agli agenti.”

Quanto sopra riportato è parte della prefazione di una meticolosa analisi giuridica (circa 143 pagine) condotta nel 2011 sulla figura dell’agente sportivo. Bastano queste poche parole per confermare l’ingarbugliata burocrazia dietro la figura dell’agente sportivo.

Ma nonostante l’accento che viene ragionevolmente posto sulla burocrazia legata a questo lavoro, il vero scoglio che deve superare l’agente sportivo – oggi intermediario – è la concorrenza competitiva e inflazionata di questo settore. Non ci si può improvvisare procuratori né si può pensare che basti una telefonata per piazzare un giocatore (eccezion fatta per i big dell’ambiente). Corsi e libri vanno bene e sono consigliatissimi, ma l’esperienza arriva sul campo e comincia quasi sempre dal basso. Il calcio dilettantistico – quello regionale per intenderci – è un “mondo nel mondo” ed è un doveroso banco di prova per chi intraprende questa carriera. Per eseguire al meglio l’attività di agente sportivo occorre avere tempo da dedicare all’attività di scouting ed alle relazioni – fondamentali in questo settore – e risorse per gli innumerevoli spostamenti su tutto il territorio nazionale ed estero se necessario.

Inoltre, un agente deve sempre ricordare che un giocatore di calcio rappresentato è a tutti gli effetti un cliente, come tale dovrebbe essere soddisfatto del lavoro di intermediazione. Il che significa ascoltare le sue esigenze, aprire tavoli di trattative con le squadre per trovare le condizioni migliori, supervisionare continuamente la sua permanenza alla squadra affinché siano tutti soddisfatti. Insomma, un agente sportivo è a tutti gli effetti un libero professionista.

 

Micro Business Plan

Lo staff di Easyfootball ringrazia tutti coloro che hanno mostrato apprezzamento per i nostri micro business plan. Quello in foto è uno di quelli che riguarda l’area fitness (oggetto di un altro articolo).

Continuate a richiedere le nostro consulenze per rendere sostenibile la gestione del vostro club di calcio.

Lo staff.

Match Analysis

L’immagine di fianco non rappresenta uno scarabocchio su una immagine di calcio. Piuttosto è una delle mille e più sfaccettature della Match Analysis. Questa espressione potrebbe dire poco al grande pubblico, ma rappresenta un settore importante e in continua evoluzione contestualmente al calcio.

Fondamentale per capire l’andamento delle partite, la Match Analysis tecnicamente è l’analisi tecnica di una partita. La sua attenzione si può focalizzare sul collettivo, la squadra di calcio, oppure sul singolo, uno dei giocatori. Sulla base di questo la Match Analysis a sua volta si divide in:

  • Notational Analysis (un’analisi generale della partita che ormai viene eseguita il più delle volte in forma computerizzata).           
  • Motion Analysis (un’analisi del movimento del singolo atleta, come ad esempio la distanza percorsa all’interno di una partita).    

Da questo sistema la figura professionale del Video Analista Tattico, professionista con tanto di albo (“SICS Match Analyst – Video Analista Tattico”) sempre più richiesto dai club di calcio. Perché gli allenatori dovrebbero avvalersi di questa figura? Perché attraverso i potenti strumenti messi a disposizione dalla Match Analysis è possibile studiare le performance degli avversari e fare delle previsioni per le partite a lungo termine.

Ormai le partite non si decidono solo grazie all’estro di qualche giocatore oppure alle intuizione degli allenatori. Le strategie tattiche si possono prevedere e contrastare, e la Match Analysis favorisce questo sistema.

Il lavoro del Video Analista Tattico non si può raccontare in poche parole, e invitiamo i lettori a contattare la redazione di Easyfootball per sapere di corsi di formazioni su questa figura professionale. Ci limitiamo a schematizzare i tre processi generali che sono alla base del lavoro di questo professionista del calcio.

  1. Osservazione: l’analista raccoglie i dati principali per l’analisi del collettivo e del singolo.         
  2. Elaborazione: una volta raccolti, i dati vengono analizzati.           
  3. Utilizzo: dallo studio, i dati vengono utilizzati per studiare strategie, correttivi e per arrivare all’obbiettivo prefissato.      

Fondamentale il Video Analista Tattico anche per l’attività di talent scounting, cioè l’attività degli osservatori sportivi. L’attività della Match Analysis è talmente complessa che il programma televisivo “Superquark”, notoriamente impegnato in temi importanti e scientifici, dedico parte di una puntata il 10 Luglio 2015, analizzando la squadra del Los Angeles Galaxy, impegnata nella  M.S.L. Statunitense.

Merchandising – 1

I club di calcio possono contare su un bacino importante di utenti: i tifosi. Diventa quindi fondamentale impiegare il marchio della squadra su determinate linee di prodotti. Questo sistema, chiamato in gergo merchandising, non è nuovo ed è adottato da quasi tutte le grandi squadre. Alcune di esse hanno applicato il loro marchio su un vastissimo ventaglio di prodotti: dalla cover del cellulare all’orologio da polso, dai capi d’abbigliamento agli oggetti per la casa, dai profumi al vino da tavola.

Tutti i club, anche quelli che non militano in serie A, possono potenzialmente applicare il merchandising. Anche i club di Serie D, unica serie dilettantistica a livello nazionale, hanno molto spesso come target un numero considerevole di supporters. I tifosi, comunque, non sono l’unico target a cui rivolgersi. Allargando il ventaglio dei prodotti, in altre parole non vendendo esclusivamente abbigliamento sportivo, i club possono rivolgere l’attenzione anche al di fuori della tifoseria ma sempre nel contesto comunale o provinciale.

Come sviluppare questo business? I sistemi sono principalmente due.

  1. Sottoscrivere un contratto di collaborazione con aziende che già producono i prodotti su cui si vuole applicare il marchio. In tal caso è possibile stabilire una percentuale che il club riceve ogni volta che un prodotto viene venduto (ad esempio, il 20% per ogni prodotto venduto). A questa azienda viene affidata la gestione totale della filiera, dall’etichettatura alla distribuzione.
  2. Sviluppare un apposito reparto all’interno del management (reparto merchandising) che si occupa a 360° della gestione dell’attività. Stabilire le linee di prodotti, coordinare i fornitori, individuare i canali di vendita, fidelizzare i clienti per acquisti successivi.

Ad inizio anno scolastico Difficile consigliare l’uno o l’altro, ciascun sistema presenta pro e contro. Inoltre, ogni caso prescinde dagli altri, e dipende da molteplici fattori: serie del campionato, numero medio di tifosi, densità demografica del Comune o della Provincia…

Fermo restando l’assoluta validità di quanto sopra illustrato consentiteci di affermare che molto spesso è sufficiente applicare delle idee. Ci riferiamo alla possibilità di corsi presso le scuole elementari e medie di quartiere sui valori dello sport per promuovere presso le famiglie il proprio club , il marchio ed infine i propri gadget  (cfr zaini, cartelle, quaderno con il logo del club) con un riflesso positivo anche sulle possibili nuove iscrizioni alla scuola calcio. Tutto ciò con allo scopo principale di creare una comunità di persone intorno al club; quelli che nel linguaggio moderno dei social network si definiscono i “followers” mentre nel calcio più semplicemente sono i tifosi o i fan !

Genitori che iscrivono il proprio figlio alla pratica di uno sport diventano appassionati disposti a  fornire il proprio contributo e  sostegno alla vita  stessa del club !

Merchandasing – 2

Questa lista rappresenta un ventaglio di prodotti dove il club potrebbe applicare il proprio marchio.

I prezzi riportati a destra sono indicativi e sono stati stabiliti, dopo aver contattato e stretto accordi con una serie di fornitori, per elaborare i Business Plan da presentare al club.

Iniziative proposte : elenco (prezzi ufficiosi)

Completino squadra

€                    55,00

Felpa

€                    49,00

Maglietta

€                       9,00

Zaino tecnico

€                    39,00

Borsa piccola

€                    24,00

Cuscinetto

€                       9,00

Calendario (ricavato destinato progetti sociali)*

€                       2,00

Cappellino con visiera

€                       7,00

Cappellino lana

€                       7,00

Sciarpe (da produrre)

€                       9,00

Bandiere (da produrre)

€                       8,00

Kit sportivo (completino, felpa, cappellino lana e visiera, sciarpa, bandiera)

€                  218,00

Gagliardetti (da produrre)

€                       9,00

Vino (rosso)

€                       5,00

Vino (bianco)

€                       4,00

Confezioni 2 bottiglie (1 rossa, 1 bianca)

€                       9,00

Set tazze in ceramica (2×1)

€                    12,00

Tutto per la tavola in plastica (piatti, bicchieri, posate)

€                       8,00

Zerbino

€                    35,00

Tappeto piccola dimensione

€                    33,00

Tappeto grande dimensione

€                    69,00

Ombrello e K-way

€                    43,00

Profumo uomo 30 ml spray

€                    14,00

Trapunta

€                    30,00

Kit computer  USB (tastiera e mouse)

€                       9,00

Orologio da polso sportivo

€                    49,00

Orologio da polso elegante

€                    99,00

Sveglia

€                       9,00

Cover smartphone

€                    11,00

Cesti natalizi

€                    39,00

Uovi pasquali

€                       8,00

Festa Light (18 partecipanti) + 10€ per ogni partecipante extra

€                  120,00

Festa Medium (20 partecipanti) + 15€ per ogni partecipante extra

€                  150,00

Festa BIG (25 partecipanti) + 15€ per ogni partecipante extra

€                  250,00

Altri prodotti come da Business Marketing

 

Introduzione al Fotovoltaico

Prima di introdurre il fotovoltaico ai club di calcio, in questo articolo cerchiamo di riassumere alcuni concetti basilari dietro al fotovoltaico.

Un impianto fotovoltaico immagazzina energia solare e la trasforma in energia elettrica.  L’unità di misura è quella della potenza, ovvero il Watt. L’impianto standard – che rappresenta un metro di paragone per analizzare impianti più grandi – è di 3Kw (3 Kilowatt) in grado di generare una potenza pari a 3500Kwh/annui, cioè il consumo medio di una famiglia di 3 persone.

Il modulo fotovoltaico – unità principale di ogni impianto che consente di catturare l’energia solare – può essere fisso o mobile. Questi ultimi, installati su rotor meccanici e dotati di sensori per seguire il sole, hanno la particolarità che possono essere installati solo in spazi dedicati (esclusi parcheggi e tetti). I moduli fissi, comunque, non sono affatto da considerare dalle prestazioni inferiori rispetto ai mobili. La tecnologia – che nel corso degli anni ha aumentato l’efficienza e abbattuto i costi – permette di avere pannelli che immagazzinano l’energia necessaria con un’esposizione al sole di circa 15 minuti.

I moduli possono essere realizzati in diversi modi. I principali sono: monocristallini, policristallini oppure a film sottile. Escludendo la terza categoria (non adatta per impianti industriali, cioè di grandi dimensioni), un impianto di 3Kw realizzato con una delle due principali categorie occuperà uno spazio di circa 30 mq.

Per realizzare un impianto fotovoltaico occorre avere a disposizione mq. Per impianti domestici è comune l’installazione sul tetto. Qualora lo spazio lo consenta, si possono installare impianti che coprano il fabbisogno energetico e permettano di vendere il surplus in eccesso al GSE (Gestore Servizi Energetici) ente tenuto all’acquisto dell’energia in surplus dai privati.

Il Fotovoltaico

Partiamo dallo stadio.

La maggior parte degli stadi di calcio presenta la peculiarità di avere una copertura superiore (o tetto) completa. Di conseguenza, si possono considerare spazi ideali: il tetto a falde (o spiovente) degli spalti (se presente), il parcheggio adiacente lo stadio (se presente), terreni incolti facenti parte dell’area dello stadio (se presenti).

Centro sportivo.

I centri sportivi sono, nella stragrande maggioranza dei casi, in aree aperte ed estese. Partiamo dal presupposto (ma dovremmo fare un sopralluogo obbligatoriamente) che ci sono tanti spazi dove installare pannelli fotovoltaici.

Con un impianto fotovoltaico si possono raggiungere, a seconda dello spazio a disposizione, tre target.

Il fabbisogno energetico è parzialmente coperto -> Risparmio

  1. Il fabbisogno energetico è completamente coperto -> Flusso di cassa passivo.
  1. Flusso di cassa passivo e attivo -> Un surplus è rivenduto al GSE

Difficile stabilire un target tra questi tre per il nostro caso studio poiché stiamo analizzando una voce di spesa – il costo della bolletta energetica – molto variabile. Se lo stadio fosse usato anche per allenamenti sportivi della squadra in assenza di un centro sportivo, oppure fosse utilizzato anche da altre scuole calcio, la domanda di energia potrebbe essere molto alta. Nel caso in cui, invece, lo stadio fosse utilizzato solo per le partite di campionato allora ci sarebbe sicuramente un surplus.

Per impianti industriali di grandi dimensioni, spesso si opta per un processo suddiviso nei coincidenti primi due anni.

  • Primo anno: si realizza un impianto per coprire parzialmente o totalmente il fabbisogno.
  • Secondo anno: se si possono ricavare altri mq, si amplia l’impianto per avere un surplus da rivendere attraverso il GSE.

Il GSE, menzionato nella prima slide e ora, è un ente dello Stato che si occupa del ritiro dedicato dell’energia in surplus ad un prezzo minimo garantito, il quale varia ogni anno in linea con i prezzi di mercato e varia di zona in zona.

Settori dedicati ai Tifosi

La domenica allo stadio con la famiglia! Sembra quasi una battuta quanto appena affermato. Eppure negli Stati Uniti e in altri Paesi europei, le famiglie allo stadio sono ordinaria amministrazione.

Il club potrebbe dedicare determinati settori dello stadio a determinate categorie di tifosi. Lo scopo è portare le persone allo stadio per vedere le partite!

Quello che spesso si dimentica è che il tifo è trasversale, coinvolgendo tutte le classi sociali e tutte le generazioni…

Portare le persona allo stadio non è sempre semplice, poiché fin troppe volte alcuni sono scoraggiati (brutta parola ma veritiera) a partecipare alle partite perché le circostanze non sono favorevoli. Il club ha il potere di sfatare questo tabù, a totale beneficio delle persone e delle casse dello stesso club.

Alcuni suggerimenti. Il club potrebbe riservare settori dello stadio. 

  1. Persone diversamente abili e accompagnatori.
  2. Gruppi di tifosi che fanno parte dello stesso fan club.
  3. Persone che vanno allo stadio da sole. Strano a dirsi, ma spesso allo stadio si va vedere una partita da soli e, non riuscendo a parlare con nessuno, ci si allontana da soli. Il che è anche scoraggiante per alcuni. Quindi il club potrebbe riservare (magari fino a pochi minuti dalla fine) un settore per singoli tifosi che vanno allo stadio.

Osservatore per un giorno

Valida iniziativa per capire se l’attività di osservatore può fare al caso nostro.

Alcuni dei dirigenti di Easyfootball incontrano persone interessate a questa carriera in occasione di una partita di calcio del campionato dilettante della Regione Lazio. Perché proprio dilettante? Perché non vi aspettate di diventare talent scout partendo direttamente dalla serie A.

Come si svolge questa giornata.

  1. L’appuntamento è mezz’ora prima il calcio d’inizio. In questa fase i dirigenti di Easyfootball si presentano e danno informazioni basilari su questa attività.           
  2. Durante la partita vengono date poche informazioni, perché i presenti sono invitati a fare un piccolo test: individuare i giocatori di maggior talento;
  3. La fase conclusiva dopo la partita consiste nel discutere la partita (ciascuno menziona il giocatore/i selezionato/i), nel fornire altri suggerimenti e linee guida per il futuro. Qualora il responsabile del club sia disponibile, verrà organizzato anche un colloquio conoscitivo con lui. Infine, vengono date informazioni preziose per seguire corsi professionali (in particolari corsi online o e-learning), come ad esempio i corsi per Video Analista Tattico (Vedi articolo di questa sezione “L’analisi tecnica moderna: la Match Analysis”).        

 L’incontro è totalmente gratuito.

Il numero di partecipanti è chiuso.

Potete inviare preventivamente la vostra partecipazione  al seguente indirizzo: osservatori@easyfootball.net

Riceverete una mail, in caso che il numero non sia stato chiuso, con le indicazioni di dove si svolgerà l’evento.

Esempio

L’incontro questa volta si svolgerà il giorno _/_/_/_ alle ore _:_

presso il centro sportivo ____________________, Via______________________

L’esperienza argentina di un Play-Agent

Daniele Bisogno, agente sportivo e dirigente di Easyfootball, ha trascorso alcuni mesi in Argentina per fare esperienza come agente sportivo. Di quella esperienza, che lui ha sempre definito una bellissima occasione per fare la gavetta, ne parlò anche un quotidiano locale.

Viaggiare nel continente sud americano lo ha convinto di quello che tutti sappiamo, che il calcio non è solo uno sport, ma è anche un modo per riscattare la propria vita, una passione che coinvolge intere famiglie attivamente (spesso i genitori detengono una quota parte % del cartellino dei propri figli). Uno sport che comincia dalla strada, magari palleggiando con qualcosa che abbia più o meno la forma di un pallone e che può arrivare ad essere una professione se si coltiva il talento con spirito di sacrificio ,umiltà e dedizione.. Infatti un giocatore di calcio – per arrivare a dirsi tale – deve sempre avere 2 componenti fondamentali : Testa e gambe . Il talento da solo non basta per diventare un giocatore professionista.

A tutti coloro che vogliono diventare agenti sportivi l’invito è di fare un’esperienza all’estero, magari proprio nei campi fangosi del Sud America.

Intervista a Fabio Marangon

Fabio Marangon dirigente del ASD Turano Calcio

 

  1. Fabio, ci descrivi in poche righe come e quando nasce il tuo impegno nel Turano?

– L’impegno con il Turanocalcio nasce nella stagione  2009-2010  quando a seguito di divergenze interne del Direttivo la scuola calcio si ritrovo’ a settembre con soli 30 bimbi .In  quel periodo io  ero un semplice genitore appassionato di calcio abitante a due km dal campo sportivo e vedendo che le cose stavano andando allo sfascio decisi di dare una mano al Presidente rimasto  ormai da  solo,

 per prima cosa creai un gruppo di amici paesani  5 persone anche loro appassionate come me dato che avevano i loro  figli affiliati alla scuola calcio , il primo obbiettivo fu quello di riqualificare la struttura e con manodopera volontaria furono eliminate tutte quelle pertinenze formate da lamiere che deturbavano l’ambiente sportivo e creammo un piccolo punto ristoro di accoglienza per i genitori e questo fu il traino del passaparola della ripartenza del Turano calcio .

Nel 2010 ci fu l’affiliazione con l’AC Milan e questo fu il trampolino di lancio perche l’immagine nel giro di due anni cambio totalmente tant’e che a settembre si parti con 65 bimbi e nel giro di qualche anno toccammo quota 120 (stagione 2014-2015)

  1. Attualmente come è organizzato il club in termini organigramma societario , tecnico e di composizione delle squadre giovanili

Attualmente la Societa’ e’ composta da un Consiglio Direttivo di 7 persone (Presidente-Vice-Presidente,Segretario,Direttore Generale ,3 consiglieri )  creato nel 2013 a seguito delle dimissioni per motivi di salute del Presidente precedente ,lo Staff Tecnico e’ composto da 12 figure quali ( 1 Coordinatore Tecnico ,2 Educatrici Laureate in Scienze Motorie -7 Educatori Allenatori con brevetti Coni-Figc)

Il sottoscritto ricopre il ruolo di Direttore Generale

La Scuola Calcio arriva fino agli Esordienti B (anno 2004)  perche’ le misure attuali del nostro campo (80×55) ci consentono di arrivare fino a quella categoria

Le altre squadre attuali sono :

Pulcini III° anno (2005) due squadre

Pulcini II° anno (2006)  due squadre

Pulcini I° anno (2007)   due squadre

Piccoli Amici II° anno (2008) due squadre

Piccoli Amici I°anno (2009-2010) due squadre

 3. Qualcuno dei giocatori del Turano è diventato professionista?

Attualmente abbiamo un atleta (classe 1998) partito da Turano nel 2009 ed ora veste la maglia della Primavera dell’Empoli Calcio , altri due mini atleti invece sono nelle giovanili dello Spezia Calcio

 4. La tua soddisfazione più grande finora ?

La mia soddisfazione piu’ grande e’ quella di aver creato un gruppo di sportivi appassionati come me dove  la gran  voglia di fare ci ha portato a far parlare di noi in maniera positiva affiancando il nostro nome ad una societa’ cosi importante quale l’AC Milan . Siamo stati scelti non tanto per la struttura quanto per la  fiducia dimostrata ai dirigenti dell’Accademy Milan durante gli incontri per gli accordi stipulati .

L’altra grande soddisfazione e’ che  ogni giorno riceviamo consensi positivi dagli addetti ai lavori perche’ comunque abbiamo qualita’ in campo ma il consenso arriva anche dai genitori i quali  sono a tutti gli effetti  i veri promotori di marketing con il loro  passaparola positivo

 5. Passando agli aspetti gestionali essendo la tua una realtà molto giovane e molto piccola riuscite a restare in equilibrio dal punto di vista economico ?

A suon di sacrifici riusciamo a mantenere un certo equilibrio economico ma lo sforzo e’ enorme perche’ le quote coprono parzialmente  i rimborsi allenatori , i tornei estivi e invernali riescono a coprire le utenze e quel poco utile a disposizione lo utilizziamo per migliorare la struttura e gli sponsor con la crisi attuale son disposti sempre meno a erogare fondi ai fini sportivi e non abbiamo contributi dall’Amministrazione Comunale

 6. Ricevete un contributo dall’amministrazione comunale? Affitto campi, altre strutture, utenze ecc

Come ho anticipato nella risposta precedente non riceviamo nessun contributo dall’Amministrazione Comunale , in piu’ non essendo un campo sintetico gli affitti per altre societa’ vengono meno uin quanto le condizioni climatiche invernali a volte rendono il campo inagibile , le utenze sono tutte a nostro carico e persino la tassa sui rifiuti pur facendo da anni una raccolta differenziata .

Forse la nostra forza politica e’ ancora molto bassa !!!!

 7. Prospettive future del club?

Progetti ne abbiamo tanti ma uno in particolare lo stiamo preparando facendolo seguire da dei professionisti perche’ siamo in scadenza di convenzione e vogliamo fare aprire gli occhi alla nostra Amministrazione sulle potenzialita’ che potrebbe sfruttare nella struttura sportiva a soli due km dal centro citta’ .

L’altra prospettiva sara’ quella di valorizzare l’individualita’ del singolo atleta come stiamo facendo seguendo la programmazione fatta ad inizio stagione

 8. Da dirigente di un club dilettante suggeriresti di intraprendere quest’avventura di gestione di un club ?

Con la passione e la buona volonta’ si puo’ ottenere tutto , l’obbiettivo deve essere quello di crescere di giorno in giorno ovviamente per fare tutto cio’ ci vogliono le persone giuste al posto giusto .Allo stato attuale non possiamo pensare di farci ricchi con un piccolo club ,possiamo invece arricchirci di nuove esperienze che saranno valorizzate se supportate da risorse economiche importanti

Area Fitness

Sono sempre di più i centri sportivi che cercano di ottimizzare lo spazio a disposizione per realizzare altre attività. Ma la domanda ricorrente è: quale progetto è sostenibile e compatibile con il centro sportivo una volta ottimizzato lo spazio?

Tra le varie iniziative che lo staff di Easyfootball propone e segue dall’inizio alla fine, oggi vogliamo parlare di una splendida iniziativa utile tanto per i giocatori quanto per gli altri: l’area fitness. In altre parole, una palestra con personal trainer e staff.

Alcuni club già dispongono di un’area fitness interna al club per il perfezionamento degli allenamenti, mentre altri club non avevano pensato di ottimizzare lo spazio. Ai primi consigliamo di aprire anche ad altri l’area fitness, magari anche solo ai tifosi per creare quella community che funziona molto bene all’estero. Si potrebbero prevedere anche dei giorni particolari in cui l’area fitness è aperta al pubblico…

Questo articolo, più che altro, si rivolge ai secondi, cioè a tutti quei centri sportivi che devono ancora ottimizzare il proprio spazio. E se questo articolo stimolerà i dirigenti sportivi a prendere in considerazione l’iniziativa, anche senza avvalersi dei servizi del nostro staff, siamo ugualmente soddisfatti!

Il problema delle autorizzazioni si pone fino ad un certo punto. Non vogliamo certo asserire che non siano necessarie, ma un centro sportivo dovrebbe essere già in linea con determinate autorizzazioni e quindi basterebbe attivare l’amministrazione comunale per richiedere le dovute e mancanti certificazioni. Il problema maggiore potrebbe essere l’investimento iniziale, l’acquisto dei macchinari, a cui si aggiunge il bilanciamento nel corso del tempo costi/ricavi.

Categorie di tifosi

I tifosi si dividono in due categorie:

 1. Gruppi di tifosi;

 2. Tifosi singoli.

Il reparto marketing del club dovrebbe prevedere iniziative separate per entrambe le categoria. Alcune di queste iniziative commerciali potrebbero anche coincidere sia per l’una sia per l’altra, però in linea di principio quello che possiamo offrire al singolo tifoso differisce da quello che possiamo offrire al gruppo.

Elenchiamo solo una parte delle idee di marketing che lo staff di Easyfootball può implementare. Non ci soffermiamo a fare una distinzione netta tra le due categorie. Lasciamo al lettore e rimandiamo a separati colloqui un’attenta valutazione.

  • Servizi di trasporto a tariffe agevolate per le partite in casa e le trasferte.
  • Un magazine online (non necessariamente iscritto come testata giornalistica presso il tribunale) dove la tifoseria può essere sempre aggiornata sulla squadra.
  • Account sui social network per avere un filo diretto con la tifoseria.
  • Formazione di gruppi d’acquisto per ottenere prodotti a prezzi agevolati.
  • Organizzazione di tornei amatoriali di squadre organizzate tra gli stessi tifosi, con la partecipazione straordinaria della squadra del club per sfidare la vincente del torneo.
  • Organizzazione e – in certi casi – finanziamento per la costituzione di fan club
  • Assemblee mirate per discutere di azionariato popolare. Non è affatto da sottovalutare l’azionariato popolare. Ci sono casi in cui l’azionariato popolare ha contribuito economicamente. Per esempio, a Taranto l’azionariato popolare si è dimostrato all’altezza del compito organizzando un aumento di capitale per finanziare le giovanili.
  • Fidelity card che attribuisce sconti presso attività affiliate.
  • Stage formativi all’interno del club. A seguito di una indagine di mercato è emerso che l’80% dei tifosi vorrebbe lavorare per la squadra di cui è tifosi. Il management del club potrebbe organizzare – in maniera imparziale- stage formativi per singoli tifosi.

Queste sono alcune delle idee che il club può porre in essere sia per il singolo tifosi sia per un gruppo di tifosi

Intervista a Giuseppe Gagliardi

Chi è.

Giuseppe Gagliardi, nato a Cesena nel 1975. Diploma di perito tecnico commerciale. Diploma Isef. Ha il patentino da allenatore di 3/a Categoria e settore giovanile, e un attestato (ancora non riconosciuto dalla FIGC) come talent scout.

Ex calciatore di ruolo portiere. Cresciuto calcisticamente nel settore giovanile della Sammaurese calcio (attualmente il club milita in serie D, girone D) dove è rimasto fino alla stagione 1992-93 collezionando 2 presenze (nelle ultime due giornate di campionato) in prima squadra all’epoca in Eccellenza.  Stagione 1993-94 nel Rimini (in Berretti). Dal 1994 al 1996 ha giocato nel Victoria Rimini: prima stagione in Prima Categoria, seconda stagione in Promozione. Con il calcio ha smesso alla fine del campionato 1995-96.

Nella stagione 1996-97 ha avuto un’esperienza nel calcio a cinque, sempre nel ruolo di portiere, con il Cesena calcio a cinque iscritta all’epoca al campionato nazionale di serie B. Ad Aprile del ’97 durante la penultima giornata di campionato, Jesina-Cesena 6-3, con la squadra già aritmeticamente salva, si è rotto tibia e malleolo sinistro e ha smesso definitivamente con l’attività agonistica.

Dal 1992 al 1994 ha giocato a Subbuteo. Era tesserato per il SC Rubicone Est di Savignano sul Rubicone: nell’aprile del 1994 ha partecipato alle finali nazionali U19, disputate a Roma, uscendo ai quarti di finale.

L’intervista

Allora Giuseppe che ruolo hai nel mondo dello sport? Il tuo è un hobby oppure un vero e proprio lavoro? Insomma, parlaci di te?

Dopo aver appeso scarpe e guanti al cosiddetto chiodo, nel gennaio del 1998, ho contribuito alla nascita di un club di calcio a cinque. A 23 anni (stagione 1998-99) ho ricoperto un doppio incarico, Vice Presidente e Direttore Sportivo, per la Futsal Sammaurese: come dirigente ho avuto il piacere e la fortuna di vincere alla prima stagione sportiva il campionato di serie D (all’epoca l’ultima serie del calcio a cinque; competizione nata proprio in quella stagione, fino al 97-98, l’ultima serie era denominata C2) e la coppa Emilia. Sono rimasto con lo stesso incarico, in serie C, fino alla stagione 2000-01. Nella stagione successiva sono andato ad allenare in serie B, il Flaminia Rimini, ma il 2 dicembre 2001 a causa di un incidente autostradale ho abbandonato l’incarico e anche definitivamente chiuso la mia esperienza nel calcio a cinque. Dopo la convalescenza durata alcuni mesi fra ospedale e fisioterapia, ho deciso di iniziare la carriera di allenatore di calcio. Dalla stagione 2002-03 fino alla stagione 2009-10 ho allenato quasi tutte le categorie del settore giovanile (fatta eccezione per la cat. Allievi) in club dilettantistici romagnoli (uno anche femminile) ritagliandomi enormi soddisfazioni sportive e morali. Nella stagione 2010-11 sono tornato alla carriera dirigenziale, che poi è anche il mestiere che più si addice al mio carattere. Ho avuto esperienze nel ramo commerciale, mktg e pubbliche relazioni nel Cesena (dall’esperienza in questa società voglio ringraziare pubblicamente Saverio Provenzano, all’epoca Direttore Marketing e in questo momento Direttore Commerciale del Palermo: per me è stato forse l’unico professionista che non solo mi ha aiutato a formarmi, ma anche un uomo vero) e nel Bellaria. L’ottobre scorso ho avuto un’offerta per svolgere il ruolo di Direttore Sportivo nella Triestina, ma la trattativa si è limitata, ed interrotta, in qualche scambio di telefonate. Sono stato comproprietario di un Camp estivo di calcio maschile e femminile, dove svolgevo anche il ruolo di preparatore tecnico, dal 2004 al 2010, a Cesenatico.

Come e perché ti sei avvicinato al mondo del calcio? Anche tu sei tra coloro, potremmo dire fortunati, che si sono avvicinati a questo sport per una serie fortuita di circostanze? Oppure hai faticato, o stai ancora faticando, per raggiungere la posizione che pensi ti rispecchi in questo mondo?

Il calcio è la mia vita. Provo un sentimento per questo sport che va oltre  qualsiasi cosa. A volte cerco di convincere  me stesso che non sono un fanatico come tanti, ma la verità è che senza questo sport, non saprei cosa fare. Quindi si, sono un fanatico. Ma per fortuna la mia “patologia” è sana, anche se (come in tutti gli ambienti) ho dovuto scontrarmi (e mi scontrerò) con personaggi che hanno tanta invidia e questo aspetto mi ha molte volte deluso. Non lo so se sono fortunato, ma sicuramente faccio come mestiere quello che ho sempre desiderato fare. Da piccolino, naturalmente, sognavo di fare il calciatore professionista: la mia squadra del cuore è il Milan, e come tutti i bambini che sognano, nutrivo il desiderio di vestire da adulto la casacca rossonera. Però dopo l’infortunio del 1997, quando il calcio lo avevo già abbandonato per l’esperienza molto intensa ed affascinante nel calcio a cinque, ho capito che non ero adatto per fare il giocatore; nemmeno fra i dilettanti. Anche quando ero atleta ho sempre avuto la mania di voler gestire squadre e club; nello spogliatoio, o negli uffici della società, parlavo troppo. Un atleta deve fare l’atleta: io non mi limitavo al mio dovere e andavo ad intercedere in compiti che non erano di mia competenza. Per questo motivo ho deciso di iniziare, seppur giovanissimo, la carriera dirigenziale. Di porte in faccia me ne hanno chiuse almeno 20 al giorno. La risposta, anzi le risposte erano sempre le stesse: “Ma tu chi sei?” oppure “Sei troppo giovane”. Quindi ho capito subito il proverbio del filosofo inglese, Francis Bacon: “Se la montagna non va da Maometto, Maometto va alla montagna” ed assieme ad un amico e un ex compagno delle scuole superiori, fondammo la Futsal Sammaurese. Per il calcio non fu tanto diverso entrarci. Nel senso che quando ho iniziato ad allenare ero sempre troppo giovane. Ho dovuto bussare a millemila porte per avere una chance. Ma quell’opportunità me la sono costruita da solo perché il mio primo club, mi disse testuali parole: “Vuoi allenare? Va bene, però devi portare uno sponsor perché non abbiamo soldi per pagarti”. In quel momento ho capito quanto fosse difficile entrare nel circuito. Anche gli anni successivi, quando diciamo avevo un pochino più di esperienza e maturazione, la meritocrazia non è che proprio contasse per allenare (al di la dei numerosi tornei vinti in Italia e all’estero e questo tengo a precisarlo non solo per vanità: li porto nel cuore uno per uno anche se l’emozione più grande è quando riesci a far maturare tecnicamente un bambino più indietro di altri, e farlo addirittura promuovere in un club professionistico). Non mi sono mai abbattuto e per 8 stagioni consecutive sono sempre riuscito ad avere un gruppo da guidare. Portare sponsorizzazioni ha anche i suoi vantaggi, in quanto potevo mettere becco su molte cose che non riguardavano solo la squadra che allenavo. Questo naturalmente non mi rendeva simpatico al responsabile del settore giovanile di turno, ma mi rendeva simpatico, e molto, al Presidente, e quindi in un certo senso, “godevo” del mio (piccolo) potere.

Quindi nessuna serie di eventi fortunati mi hanno agganciato al mestiere che esercito. Ho sempre dovuto inventarmi qualcosa, anche quando pensavo che non ce ne fosse necessità. Ma è stata una crescita: ora se guardo a quello che ho fatto per poter allenare, penso che è stato il percorso giusto, perché involontariamente iniziavo a costruire un’altra ‘attività’ che è quella di essere convincente (che torna molto utile anche nello spogliatoio) con gli sponsor e quindi con le persone.

Se faccio ancora fatica a restare in questo ambiente? La mia risposta è che ho deciso di abbandonare l’Italia e trasferirmi a Long Island, negli Stati Uniti. Ormai questo calcio non fa per me. La crisi economica indubbiamente ha scombussolato un settore che già era in crisi per chi lo governava; al giorno d’oggi se non sei allacciato  a qualche nome di spessore o ad un’azienda amica che elargisce decine e decine di migliaia di euro, è quasi impensabile fare calcio in Italia. Almeno per me. Negli Usa investono sulle idee. In Italia si investe solo con i soldi. E allora non ci sto più: non conta se sei bravo o non capisci nulla. Siamo in una fase delirante e i proprietari dei club, professionistici e dilettantistici, hanno un solo interesse. E qua mi fermo. Per fortuna il sogno americano è un processo che non smette mai di offrire opportunità a chi vuole lavorare (in qualsiasi settore) seriamente e far denaro lealmente. Quella è la mia terra: Long Island sarà il mio prossimo futuro e forse un giorno tornerò in Italia con delle capacità economiche che mi consentiranno di acquistare una società di calcio. E poi mi divertirò! Fra l’altro negli States con tutta probabilità verrà un personaggio molto famoso al calcio italiano, perché è stato un grande attaccante (ad ora posso solo riferire questo) e ha indossato la maglia della nazionale moltissime volte. Lui siederà in panchina ed io avrò il ruolo di General Manager: il progetto è portare il Long Island FC (la denominazione verrà rivisitata e probabilmente modificata) entro il 2020, ed iscriversi nella Major League Soccer.

Come miglioreresti il tuo sport se tu avessi un grande potere decisionale? Puoi indicare almeno un punto?

Nonostante sia un manager di “Prima Squadra” il mio occhio non cede, e non cederà mai, sul settore giovanile. Se si vuole cambiare davvero si deve fare a livello culturale e partire dal basso. Anche in questo caso avrei tanto da dire, ma dirò una sola cosa: bisogna smettere di raccontare frottole ai bambini iscritti nelle scuole calcio. Mi spiego. Da quando sono piccolino mi sento dire “Non conta il risultato”. Cosa? Non conta il risultato? Non conta vincere? Nello sport quello che conta è vincere! Ai miei gruppi della scuola calcio non mi sono mai sognato di dire, “Bimbi entrate in campo e divertitivi perdendo”. Bisogna educare i bambini ad essere vincenti e vincere sin dagli 7-8 anni: e nella stessa misura bisogna educare i bambini di saper accettare la sconfitta. Ecco, questo sarebbe un buon inizio. Anche perché quando un bambino sente pronunciare dal proprio allenatore (che è più importante del maestro di scuola e a volte addirittura dei genitori, o di uno dei due) non conta il risultato, il piccolo ci prende per stupidi. Non siamo più nel 1930 e gli undicenni, ma anche chi ne ha 10 o 9 di anni, sono svegli. Navigano su internet. Sono consumatori di televisione e video game (per non parlare delle pressioni che gli arrivano durante i pasti dal papà: e a volte anche dalle mamme): da nessuna parte assimilano che non è importante vincere. Vincere è importante, bisogna semplicemente far capire come si deve vincere. Con il rispetto. La lealtà. Il lavoro. La determinazione. L’educazione nei confronti dell’arbitro e degli avversari. E’ ora di dire basta dire a questi ragazzini che il risultato non conta nulla. Una volta ho sentito un bimbo, durante un torneo, chiedere al suo allenatore/educatore: “Mister, ma perché dobbiamo andare in campo e divertirci senza pensare al risultato. Cosa le hanno messe a fare le classifiche?”. Queste parole sono state pronunciate nel 2006 se non ricordo male da un bambino di 10 anni. Questo sport lo cambierei dal basso; dalle cose che apparentemente sembrano inutili. E invece sono tutto!

Cosa consiglieresti a chi volesse lavorare nel mondo dello sport?

Se possibile, di non farlo in Italia. Se non gli è (o le è) possibile, munirsi di una pazienza fuori dal normale. 

Sei alla ricerca di collaboratori o fornitori? Che cosa gli vuoi chiedere? Come ti possono contattare?

Ragazzi, ragazze, uomini e donne che hanno passione e umiltà saranno sempre i benvenuti al mio fianco. Se qualcuno volesse mettersi in contatto con il sottoscritto lo può fare attraverso la mia e-mail: gwgagliardi@libero.it

Grazie Giuseppe per la tua cortesia. Ti facciamo tanti auguri per la tua attività.

Grazie a voi e buona fortuna per il vostro progetto. Presto o tardi sono certo che ci risentiremo.

Marketing con Sito Web

Navigando su internet è sorprendente vedere che molte squadre di calcio non hanno ancora un sito web. La mancanza di un sito web si riscontra soprattutto nelle serie minori.

Ma perché diamo risalto ad un sito web? Sintetizziamo quattro ragioni principali.

Internet ormai è alla portata di tutti ed è il principale canale per reperire informazioni. Così, se vogliamo essere aggiornati sulle novità della nostra squadra del cuore o la squadra del nostro quartiere, la prima cosa che facciamo è cercare proprio su internet.

  1. Un sito web, opportunamente organizzato, permette di creare un forte legame tra la squadra e la tifoseria, una community in altre parole. Infatti, attraverso il sito web è possibile aggiornare quasi istantaneamente i propri tifosi di tutte le iniziative in corso ed inviando una newsletter settimanale con il match programme della partita ed altre ulteriori iniziative utili alla comunità dei fans intorno al club.
  2. La vendita di banner pubblicitari all’interno del sito può diventare una discreta fonte di reddito.
  3. La vendita di gadget, servizi (come la scuola calcio) e prodotti con il marchio della squadra può ricevere un impulso decisivo se promossa attraverso il sito web.

L’errore che spesso si commette è quello di minimizzare il numero di followers (tanto per rimanere in tema e usare un termine molto in voga su internet). Magari ci si basa sul numero di abbonati, generalmente sempre più basso man man che si scende di serie, e si pensa di non avere un grande seguito.

Al contrario, anche squadre di calcio circoscritte in aree relativamente piccole possono avere un seguito notevole tra tifosi, fan, residenti intorno al centro sportivo, amici e parenti dei giocatori e via discorrendo…